Le nostre origini

Le nostre origini: Storia della Parrocchia S. Anastasio Cardano al Campo Varese
come testimoniano i reperti archeologici emersi negli scorsi decenni attraverso gli scavi dovuti alle costruzioni.

Il nome della nostra città compare per la prima volta nell’anno 850 in un documento di successione e sta nel nome stesso del borgo detto “Cardo Maximus”, riferito a una delle vie principali , assieme al “Decumanus Maximus”, che delimitavano la disposizione delle tende negli accampamenti romani.
Nel 1161 Guglielmo da Cardano è nominato “Console del Seprio”, da qui risalgono le origini della nobile famiglia Cardano che ha annoverato tra i suoi rappresentanti più illustri Milone, sacerdote, poi Arciprete e in seguito Arcivescovo della Chiesa Milanese. Altri esponenti della famiglia sono stati: Padre Jacobus, Anselmo, Francesco, Fazio e il più noto Gerolamo.
Dal punto di vista religioso, Cardano faceva parte della Chiesa di Gallarate.
L’esistenza di una Chiesa dedicata a Sant’Anastasio Martire risale al XIII secolo.
La sua lunga vita ha subìto nel tempo ricostruzioni e restauri vari.
Nel 1810 è stata completamente rifatta dal parroco di allora Giulio Caldara e in seguito da lui consacrata.
Nel 1928 si è pensato di ampliare la Chiesa, ma il comitato costituito da Don Luigi Villa decide di costruire una nuova Chiesa più grande della precedente.
Il 16 agosto 1930 viene inaugurata la posa della prima pietra con la benedizione del Card. Schuster.
Dopo varie difficoltà l’8 giugno 1939 la nuova Chiesa viene benedetta dal prevosto di Gallarate Mons. Antonio Simbardi; successivamente, il 7 settembre 1940 il Card. Schuster ritorna per la consacrazione.

Per quanto riguarda Sant’Anastasio Martire sappiamo che era un militare di nome Magundat ed era anche un mago.
Avendo sentito parlare di Gesù e di come si era sacrificato sulla croce per amore dell’umanità, decide di conoscere meglio il cristianesimo e di farsi battezzare cambiando il suo nome in Anastasio che significa “Il Risorto”.
Dopo un atroce martirio viene ucciso il 22 gennaio 628 e la maggior parte delle sue reliquie vengono portate a Costantinopoli, mentre la testa viene trasportata a Roma in zona “Tre Fontane”.
L’arrivo a Cardano di alcune reliquie del Santo sono arrivate in Parrocchia tramite Giovanni Giacomo Bellora, che gli erano state donate dal Card. Ginetti.
Compatroni della parrocchia sono Sant’Eusebio e San Giusto; quest’ultimo è diventato anche lui un martire della Chiesa e le sue reliquie sono arrivate da Roma a Cardano il 26 luglio 1648. Durante il periodo napoleonico furono disperse e ritrovate nel 1856 sotto l’Altare Maggiore; in seguito, con una solenne processione per le vie del paese, furono traslate nella Chiesa parrocchiale.
Gemma Crivellaro: tratto dagli archivi della Parrocchia S. Anastasio

S.Pietro

CHIESA DI SAN PIETRO notizie storiche
La chiesa di San Pietro, nel 1455 esiste già come cappella,
come risulta dagli atti della visita pastorale del Cardinale Gabriele Sforza. Viene definita chiesa nel 1566 da Padre Leonetto Clivone; è orientata in modo opposto rispetto all’attuale, è dotata di campanile con una sola campana.
San Carlo Borromeo, durante una sua visita pastorale nel 1574, trovando la Chiesa in pessimo stato di abbandono, fonda la “Scuola dei Disciplini di San Pietro” dando loro l’incarico di tenerla in ordine; essi si occupano di lavori di riparazione e invertono l’orientamento costruendo anche un oratorio. La confraternita si scioglie nel 1788, quando l’imperatore austriaco Giuseppe II ha sopprime gli enti ecclesiastici per impossessarsi dei loro beni e confiscarne le terre.
Durante la peste del 1630 la Chiesa di San Pietro diventa un Lazzaretto e i morti vengono seppelliti nelle adiacenze dell’Edificio Religioso già adibito a cimitero da San Carlo Borromeo nel 1570, insieme alle testimonianze del toponimo di Via Lazzaretto e le due Cappelle dedicate alla Madonna dell’Aiuto e San Rocco.
Dopo la conquista del territorio da parte degli austriaci è d’obbligo seppellire i defunti fuori dall’abitato; viene acquistato il terreno in Via San Francesco per la costruzione di un cimitero e quindi chiudere quello vicino a San Pietro.
Il sindaco però, appoggiato dalla popolazione, fa scavare all’interno della Chiesa di San Pietro una grande buca detta il “Foppone”, destinata alle nuove sepolture; fa togliere tutti i vetri dalle finestre per evitare esalazioni nocive. Il Parroco denuncia il fatto alle autorità perché la chiesa torni alla sua funzione originale e costruito il cimitero di Via San Francesco; la sua richiesta viene esaudita.
maggio 1792 l’Arcivescovo di Milano Filippo Visconti, sempre in San Pietro, istituisce una nuova confraternita chiamata “Santissimo Sacramento”; i confratelli, ogni domenica mattina recitano le Lodi e il 29 Giugno, festa degli apostoli Pietro e Paolo, celebrano una Messa solenne; nella processione del Corpus Domini si mettono in prima fila portando il baldacchino che protegge la SS. Eucaristia portata dal Parroco.
Nel 1812 vi è una grave epidemia di tifo petecchiale; non essendoci alcun ospedale nel territorio, il Prefetto ordina di allestire un Lazzaretto nell’Oratorio di San Pietro.
I malati sono assistiti da persone già guarite dal contagio, di nuovo si scava una fossa profonda nella chiesa per seppellire i morti e quindi isolare l’epidemia; all’aperto si allestisce una lavanderia, lo stenditoio, un pozzo per attingere acqua e si ricostruisce un piccolo cimitero.
Con l’arrivo dell’autunno e le prime piogge l’epidemia diminuisce e l’ospedale provvisorio viene chiuso; dovrà essere riaperto nel 1814 per un’altra ondata di contagio meno
forte della precedente ma più lunga; finalmente, nel 1818 l’epidemia scompare. Il Cardinale Ferrari, nel 1897, durante la sua Visita Pastorale, a proposito della chiesa di San Pietro, dà queste disposizioni al parroco Don
Adriano Mazzucchelli: “Il Rev. Signor Parroco procuri di trovare modo presso il signor Sindaco, che la chiesa dei SS. Pietro e Paolo non venga adibita ad uso profano”
Nel 1899 viene costruito l’asilo Porraneo vicino alla chiesa e arrivano le Suore di Don Bosco. Esse istituiscono un oratorio femminile.Negli anni seguenti si effettuano diversi restauri e riparazioni.Attualmente questa è una chiesa sconsacrata.